Energie rinnovabili

Il Consorzio è caratterizzato dalla presenza, nel comparto di Macchiareddu, di una significativa presenza di fonti di energia rinnovabili (FER) costituite da impianti fotovoltaici e (in misura più ridotta) eolici per circa 800 MW di potenza tra realizzati e autorizzati cui si sommano ulteriori 10 MW di produzione energetica da rifiuti che si renderanno disponibili al termine dei lavori di revamping del termovalorizzatore Tecnocasic in via di ultimazione.

Inoltre, negli anni più recenti il Consorzio ha ricevuto numerose richieste, nell’ordine di centinaia di ettari, di aree da dedicarsi alla realizzazione di impianti industriali per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (eolica, solare etc.), nell’agglomerato industriale di Macchiareddu.

Per un’economia a bassa emissione di carbonio

Le maggiori aziende insediate nell’agglomerato sono alimentate con olio combustibile ad alto contenuto di CO2 anche se alcune di esse si stanno attrezzando per la conversione al meno inquinante gas naturale liquefatto (GNL) tramite stoccaggi autonomi.

Il Consorzio intende utilizzare l’energia che l’agglomerato è, e sarà, in grado di produrre per raggiungere il traguardo della sostenibilità energetica per le imprese insediate e per quelle imprese energivore che vorranno localizzarsi a Macchiareddu con l’obiettivo di una maggiore sostenibilità e tutela dell’ambiente.

Inoltre, è in fase di pieno sviluppo la possibilità di utilizzare tale energia FER per il fabbisogno energetico di aziende che producono l’idrogeno attraverso il sistema di elettrolisi, idrogeno che viene ormai visto come materia prima pulita in numerose applicazioni.

La creazione di una “hydrogen valley”

In questo contesto il Consorzio ha sviluppato l’idea di alimentare ad idrogeno verde le aziende insediate nel comparto di Macchiareddu a partire da una iniziale miscela con GNL con una percentuale di H2 crescente nel tempo. L’obiettivo è quello di una graduale conversione del sistema di alimentazione energetica delle aziende insediate dall’attuale olio combustibile all’idrogeno verde prodotto con fonti energetiche rinnovabili (FER).

In particolare, si prevede inizialmente di realizzare la rete di distribuzione del gas “hydrogen ready” e un primo modulo da 4 MW di impianto di elettrolisi per la produzione di idrogeno sufficiente a comporre una miscela al 10% di H2 con il GNL e, successivamente, un secondo modulo di elettrolisi da 10 MW che consentirà di arrivare ad una miscela al 30% di H2, valore che consentirà alle aziende di sfruttare la nuova risorsa senza cambiare gli apparecchi di utilizzazione. Per alimentare totalmente ad idrogeno le aziende del comparto sarà necessario un ulteriore upgrade del sistema di elettrolisi per ulteriori 100 MW.

Lo studio elaborato dal Consorzio ha visto il coinvolgimento di tutte le aziende maggiormente energivore presenti nel comparto che hanno collaborato alla definizione della domanda raccogliendo l’interesse nell’iniziativa. Inoltre, diverse delle aziende produttrici di energia verde all’interno del comparto hanno manifestato il proprio interesse alla partecipazione attiva sia come fornitori di energia sia come possibili sviluppatori di sistemi per la produzione di idrogeno.

Il primo modulo di elettrolizzatore da 4 MW potrebbe essere alimentato direttamente con i 10 MW di energia prodotta dal termovalorizzatore Tecnocasic mantenendo l’intera filiera del processo di produzione e distribuzione in carico al CACIP. Gli upgrade successivi sarebbero alimentati dalla enorme disponibilità di impianti fotovoltaici presenti nel comparto.

Costi e agevolazioni

Come è noto il costo di produzione dell’idrogeno è più alto rispetto ad altre fonti di alimentazione a causa degli alti costi degli elettrolizzatori e degli altrettanto elevati costi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Anche detraendo i costi di costruzione del primo modulo di elettrolizzatore (a carico del sistema pubblico) il costo di produzione dell’idrogeno continuerebbe a rimanere ancora superiore al costo del GNL.

Anche se il costo dell’idrogeno verde si prevede scenderà rapidamente nei prossimi anni, in conseguenza della diminuzione del costo di costruzione degli elettrolizzatori e degli impianti fotovoltaici (e di conseguenza dell’energia FER che alimenta gli elettrolizzatori), il suo inserimento nel mercato necessita di incentivi e finanziamenti pubblici.

Proprio partendo da questo presupposto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) introduce un sistema di facilitazioni procedurali e finanziarie che si pone l’obiettivo di livellare il costo di produzione dell’idrogeno verde e prevede, in tale contesto, un ruolo centrale per le cosiddette “hydrogen valley”, vale a dire quei cluster nei quali vi è la presenza concomitante di fonti di energia rinnovabile per la produzione di idrogeno e di insediamenti industriali con una significativa domanda di energia termica, tipica delle zone industriali come quella del CACIP.

Inoltre, il Consorzio dispone di tutte le condizioni per candidarsi come sito di produzione di idrogeno al di fuori del proprio contesto territoriale. La vicinanza dei maggiori centri di domanda industriali e civili della Sardegna (quali la città di Cagliari ed il sito industriale di Sarroch), la possibile realizzazione della rete di trasporto del gas ad opera di ENURA (SNAM – SGI), la presenza di ottime infrastrutture portuali e ferroviarie fanno dell’area industriale di Cagliari uno snodo fondamentale per la produzione di idrogeno per il sud dell’isola e tutto il territorio regionale.

L’utilizzo dei fondi disponibili dalla rimodulazione dei lavori di “realizzazione di infrastrutture per la movimentazione di fluidi all’interno dell’area industriale del Consorzio” consentirebbe di attivare subito il primo ed il secondo lotto di interventi con il primo modulo di elettrolizzatore. L’inserimento dell’iniziativa nel PNRR consentirebbe di accedere agli incentivi per abbattere il costo di produzione dell’idrogeno e ai finanziamenti per il completamento dei successivi moduli del sistema di elettrolisi.

Non offriamo solo sviluppo, vogliamo essere un polo di eccellenza, dove sperimentare e realizzare nuove idee e offrire opportunità concrete a chi ha il coraggio di investire in un contesto economico e normativo estremamente avverso.

Il progetto

Il CACIP ha sviluppato uno studio di fattibilità dell’intero intervento di conversione ad idrogeno del comparto di Macchiareddu e il progetto di fattibilità economica e finanziaria del primo lotto costituito dalla rete di distribuzione hydrogen ready, la cui immediata attivazione consentirebbe la conversione a GNL delle attuali alimentazioni ad olio combustibile con una prima riduzione delle emissioni di CO2 in attesa della definizione del secondo lotto e la realizzazione del primo modulo di elettrolisi per l’immissione di idrogeno.

Preliminari

La società Sardegna Ingegneria srl ha recentemente effettuato, per conto del Consorzio, uno studio per individuare le possibilità di utilizzo alternativo della rete per la movimentazione dei fluidi gassosi già realizzata nell’ambito dell’infrastrutturazione consortile e che, opportunamente ampliata, consentirà il trasporto anche dell’idrogeno prodotto alle singole aziende interessate.

Il Consorzio, in base alle valutazioni emerse da tale studio ha ritenuto opportuno avviare la ricerca di una primaria società a cui affidare la progettazione definitiva di un elettrolizzatore che permetta, nell’ambito di un più ampio progetto di infrastrutturazione degli agglomerati consortili, la produzione, da parte del Consorzio, di idrogeno mediante un procedimento che utilizzi energia prodotta da fonte rinnovabile o alternativa che possa successivamente essere ceduto alle imprese insediate.

L’elettrolizzatore con tecnologia PEM nell’Agglomerato industriale di Macchiareddu

La società individuata dal Consorzio, Remosa srl, per la progettazione definitiva di un elettrolizzatore ha individuato come tecnologia più adeguata per la realizzazione dello stesso la tecnologia PEM (membrana polimerica elettrolita).

Il progetto definitivo della società REMOSA individuerà:

  • i criteri di inserimento dell’impianto nel territorio;
  • la descrizione della scelta tecnologica (per le biomasse i processi termochimici e/o biochimici) e le caratteristiche della fonte utilizzata con l’analisi della producibilità attesa, le modalità di approvvigionamento dell’eventuale risorsa utilizzata (per gli impianti a biomasse, biogas o biocarburanti) e le ore equivalenti annue di funzionamento;
  • per le biomasse la provenienza della risorsa utilizzata;
  • per gli impianti eolici la descrizione delle caratteristiche anemometriche del sito, le modalità e la durata dei rilievi e le risultanze sulle ore equivalenti annue di funzionamento;
  • la descrizione dell’intervento nel suo complesso, delle fasi, dei tempi e delle modalità di esecuzione di tutti i lavori previsti, comprese le opere per la connessione alla rete per tutte le altre infrastrutture indispensabili per la costruzione e la gestione dell’impianto, stima della vita utile;
  • la descrizione di tutti gli aspetti riguardanti la geologia;
  • il piano di dismissione dell’impianto.

OFFRIAMO FUTURO. PROSSIMO.