Resoconto convegno su transizione energetica e comunità energetiche

L’obiettivo è già stato fissato: imprese ed enti locali viaggiano insieme sulla strada delle fonti rinnovabili e puntano alla creazione di comunità energetiche.

Nel convegno organizzato lo scorso 26 maggio dalla Camera di commercio di Cagliari e Oristano, ospitato nel Centro servizi del Cacip, è stata tracciata la roadmap che porterà il mondo delle imprese e quello della pubblica amministrazione a cogliere tutte le opportunità offerte dalla transizione energetica. L’incontro, coordinato dal segretario generale della Camera di commercio di Cagliari e Oristano, Cristiano Erriu, ha permesso di conoscere meglio tutti gli strumenti a sostegno della transizione energetica messi in campo dalla Regione; quali siano i vantaggi per le imprese che aderiscono alle comunità energetiche e come si finanziano; le valutazioni degli impatti sociali ed economici che questi accordi producono. Nella tavola rotonda a margine dell’incontro, si è inoltre discusso di come le comunità energetiche si possano applicare nei Consorzi industriali del Sud Sardegna.

In apertura dei lavori, Maurizio De Pascale, presidente della Camera di commercio di Cagliari e Oristano, ha evidenziato come il tema fondamentale legato ai costi dell’energia debba essere risolto al più presto: “La soluzione di tutti i problemi non può essere il gas metano, dal punto di vista geografico l’Isola potrebbe essere il maggior produttore di energie rinnovabili, ecco perché il tema delle comunità energetiche è di stretta attualità: in ambito industriale si può realizzare un sistema capace di creare uno scambio tra le imprese. La Camera di commercio è pronta a fare la propria parte”.

Fabrizio Pilo, prorettore dell’Università di Cagliari, ha spiegato come le comunità energetiche rappresentino un’opportunità di grande rilievo per evitare i rincari improvvisi del costo dell’energia: “Uno dei vantaggi, come dimostrano una serie di studi, è di sicuro la stabilità del prezzo, che resta invariato per tutti i soggetti che ne fanno parte nonostante le oscillazioni del mercato. Le imprese vanno sostenute negli investimenti, per la realizzazione di progetti simili – attraverso l’attivazione di bandi a cascata – siamo pronti a stanziare 1 milioni di euro, che verranno trasferiti entro il 2024. Abbassamento del livello di Co2, abbattimento dei costi energetici ed elettrificazione: sono queste le parole d’ordine per ottenere dei contributi che consentano alle imprese di andare oltre la produzione di energia per autoconsumo”.

Alessandro Guarracino, assessore all’Innovazione tecnologica e all’Ambiente del Comune di Cagliari, ha rimarcato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato nella creazione del Piano d’azione per l’energia (Paes): “La pianificazione energetica è un passo importante, per quello siamo pronti a coinvolgere il mondo del lavoro per cogliere tutte le opportunità delle nuove normative”.

Daniela Sitzia, direttrice dell’Anci Sardegna, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle amministrazioni locali nella costituzione delle comunità energetiche: “Siamo pronti a sottoscrivere un protocollo istituzionale per accompagnare un processo di governance che porti a raggiungere questo obiettivo. Le comunità energetiche sono un valido strumento capace di creare sviluppo e contenere i costi, e possono rispondere ai bisogni territoriali”.

Barbara Porru, presidente del Consorzio industriale di Cagliari, ha ricordato come le imprese, più di tutti, siano vulnerabili davanti agli incrementi repentini del costo dell’energia: “Nell’ultimo anno, i rincari hanno causato non pochi problemi alle aziende, ecco perché è necessario creare un sistema con i vari stakeholders, partendo proprio dalle imprese, individuando il loro fabbisogno per dare vita a una pianificazione ambientale che ci consenta di capire in quale direzione andare. In questo momento più che mai è fondamentale informare le imprese, spiegare loro quali siano le opportunità offerte da una comunità energetica: non bastano le parole, è necessario coinvolgerle nella stesura dei progetti, per quello costituiremo un gruppo di lavoro con l’Università di Cagliari per dare vita a una pianificazione strategica. Il Cacip, proprietario di una piattaforma ambientale che può contare su un termovalorizzatore e una stazione di compostaggio, sta portando avanti dei lavori di ammodernamento dei propri impianti proprio per incentivare il risparmio energetico dell’area industriale”.

Aldo Cadau, commissario straordinario della Zes Sardegna, ha spiegato come le comunità energetiche possano attrarre in un territorio nuovi investimenti: “Per chi sceglie di insediarsi in una zona industriale dove già la qualità della vita è decisamente migliore rispetto altrove, e non esiste criminalità organizzata, la presenza di una rete che unisce pubblico e privato per l’abbattimento dei costi dell’energia è di sicuro un punto di forza. La nostra Zes è operativa da pochi mesi, una volta che verrà attivato lo sportello unico si potranno sommare i benefici fiscali alla sburocratizzazione. Intanto, con il Centro regionale di programmazione, i sindaci e i consorzi industriali siamo al lavoro per sommare i benefici della Zes a quelli della transizione energetica”.

Gianluigi Carta, presidente del Consorzio industriale di Oristano, ha rimarcato le difficoltà di creare nuovi impianti che sfruttano le energie rinnovabili in un’area industriale non particolarmente estesa, per di più sottoposta a vincoli paesaggistici: “Per ovviare a questo problema stiamo incentivando le imprese a implementare i propri impianti fotovoltaici sfruttando i tetti degli stabilimenti: un processo di ottimizzazione che può aumentare l’energia a disposizione per il proprio fabbisogno”.

Gianni Massa, presidente del Consorzio industriale del Medio Campidano, ha ribadito l’importanza del lavoro della Camera di commercio nella creazione di un sistema capace di mettere insieme pubblico e privato: “Le comunità energetiche sono fondamentali per realtà come la nostra, credo sia importante unire enti pubblici, aziende ma anche cittadini per perseguire obiettivi comuni. Tra i consorzi non può esserci concorrenza, si possono dare vita ad accordi in grado di produrre vantaggi per tutti”.

Alfonso Damiano, docente dell’Università di Cagliari, ha spiegato come dagli errori dei progetti precedenti si possa trarre spunto per creare un sistema energetico capace di coniugare i vantaggi economici alla sostenibilità ambientale: “Altre comunità energetiche avviate nell’Isola non hanno sortito i risultati sperati, per garantire la riuscita di progetti di questo tipo è importante lo scopo sociale, ma è necessario centrare altri obiettivi per puntare ad esempio all’elettrificazione dei trasporti, e alla decarbonizzazione richiesta dall’Unione Europea. Attraverso le comunità energetiche la Sardegna può incrementare sensibilmente le proprie quote di energia ottenuta dalle fonti rinnovabili”.

Marco Naseddu, del Centro di programmazione della Regione Sardegna, ha illustrato le sei priorità principali del Pr Fesr 21-27 della Regione: “Il programma, finanziato sia da risorse europee che nazionali, si basa sulla competitività intelligente; la transizione digitale; la transizione verde; la mobilità urbana sostenibile; una Sardegna più sociale e inclusiva; lo sviluppo sostenibile integrato urbano e territoriale”.

Gian Luca Rosetti, rappresentante di Sinloc-Energy4Com, ha chiarito l’importanza della valutazione degli impatti sociali ed economici delle Cer nello sviluppo del territorio e la differenza tra sinergie pubbliche e private: “L’esperienza maturata a livello europeo evidenzia due modelli prevalenti di accelerazione della transizione energetica dei territori attraverso le Comunità energetiche. La Cer pubblica richiama a un ruolo attivo gli enti locali pubblici, cui spetta il compito di facilitare la transizione energetica e sociale del territorio. La Cer industriale è un cooperazione tra imprese, con l’obiettivo primario di aumentare la competitività, svolgendo al tempo stesso un ruolo proattivo nel bilanciamento della rete in quanto soggetti energivori del territorio”.

Antonio Romeo, direttore generale di Dintec, ha spiegato come le Comunità energetiche rinnovabili non portino solo incentivi a chi ne fa parte, ma anche tanti vantaggi: “Con le Cer si ha la possibilità di valorizzare fonti rinnovabili inesauribili in natura e non soggette al mutamento dei prezzi dell’energia; ridurre le emissioni di Co2 nell’atmosfera; favorire l’efficienza e il risparmio energetico; si possono avere risvolti sociali e ambientali in grado di combattere la povertà e ridurre le emissioni inquinanti; è possibile semplificare i problemi autorizzativi e di contestazione degli impianti energetici; si accelera il processo di digitalizzazione e l’utilizzo di tecnologie 4.0”.

Antonio Visconti, presidente della Federazione italiana consorzi enti industrializzazione (Ficei),  ha ricordato come la perfetta autosufficienza energetica sia difficile da raggiungere, ma far parte di una comunità energetica offra notevoli vantaggi: “Non parliamo solo di risparmi in bolletta, ma della possibilità concreta di contribuire alla produzione di energia, con i ritorni che ne consegue. Il discorso potrebbe allargarsi, alle imprese potrebbero unirsi edifici pubblici e scuole, in modo da creare una grande comunità energetica: da grandi consumatori è possibile diventare grandi produttori. Progetti simili migliorano anche la coesione sociale e alimentano l’economia circolare”.