Quando nel 1967 Martino Ferraguti aprì in via Pergolesi, a Cagliari, la sua prima lavanderia non avrebbe mai immaginato che sessant’anni dopo, sotto la guida dei figli Maurizio e Nicoletta, la Nivea sarebbe diventata un colosso presente nei quattro punti cardinali dell’Isola.
Nivea: una storia che sa di pulito lunga oltre mezzo secolo
Fu proprio Ferraguti, insieme ad Antonio Puddu e Josto Musio, ad aprire la prima lavanderia industriale a Macchiareddu, quando la zona era ancora una distesa di terreni inutilizzati.
Il gruppo Ferraguti, di cui la Nivea fa parte, può vantare oggi settanta milioni di fatturato, mille dipendenti durante la stagione estiva, sette stabilimenti dislocati in diverse zone del territorio isolano, e uno in Piemonte.
È presente a Olbia, Oristano e Porto Torres, ma è nel sud Sardegna, precisamente nelle aree del Cacip della zona industriale di Macchiareddu, che l’azienda ha i suoi capisaldi con gli stabilimenti nella 2^ strada (Demi Sterilis spa – settore sanità), nella 5^strada (Nivea spa – settore turismo) e nella 10^ strada (Demi Resort Industry srl– settore turismo e industria). Oggi, il gruppo offre i propri servizi a clienti operanti nel settore industriale, ospedaliero ma, soprattutto, al settore alberghiero, della ristorazione e quello navale.
Il presidente Maurizio Ferraguti ripercorre la storia dell’azienda, e fissa la rotta da seguire per il futuro:
“Nei primi anni di attività la Nivea si occupava esclusivamente del lavaggio di biancheria delle navi della Tirrenia, di alberghi e ospedali. Negli anni Novanta l’azienda ha intrapreso un percorso di forte crescita unendo al lavaggio della biancheria anche il noleggio; questo consente ai clienti di avere sempre a disposizione capi puliti, stirati e confezionati. E ciò ha permesso di avere oggi un portafoglio di oltre duemila clienti di cui fanno parte alberghi, ristoranti, navi, aziende industriali, strutture sanitarie pubbliche e private”.
Il futuro della Nivea e delle aziende del gruppo è strettamente correlato a quello del settore turistico dell’Isola, che punta a smarcarsi dalla stagionalità che impedisce a chi ha fatto dell’ospitalità la propria professione di lavorare anche lontano dai mesi estivi:
“Il 70% del nostro fatturato proviene dal settore turistico – spiega Ferraguti – si capisce che se in Sardegna si riuscisse ad estendere la stagione per 7/8 mesi l’anno ci sarebbe la possibilità di dare ancora maggior lavoro a centinaia di dipendenti a cui, purtroppo, si può garantire un contratto di soli 4/5 mesi.
Nel medio lungo periodo abbiamo intenzione di raggiungere due obiettivi che riguardano la formazione del personale e la sostenibilità ambientale. Il primo attraverso percorsi di formazione, da portare avanti in collaborazione con le scuole, in grado di garantire un’occupazione sempre più stabile. Il secondo attraverso un piano di investimenti volti a ridurre sia i consumi energetici sia le emissioni di Co2.”