Termovalorizzazione

La frazione secca dei rifiuti solidi urbani e i rifiuti solidi industriale – destinati, in altre realtà, in discarica – si trasformano, nella termovalorizzazione, in energia elettrica che rende autosufficiente dal punto di vista energetico l’intera Piattaforma ambientale e consente la distribuzione dell’energia eccedente al sistema elettrico nazionale.

Il ciclo di produzione dell’energia elettrica

L’attenzione al territorio, alla collettività e alla tutela dell’ambiente di CACIP prende corpo nel revamping di due delle tre linee del termovalorizzatore consortile di Macchiareddu.

Il revamping ha l’obiettivo di ridurre le emissioni in linea con quanto indicato dall’AIA e di accrescere la capacità di incenerimento e di produzione di energia elettrica.

Autosufficienza e sostenibilità

I punti di forza delle due nuove linee di termovalorizzazione, aventi una potenza termica nominale di 23.7 MW ciascuna, con combustione dei rifiuti su griglia raffreddata in parte ad acqua e in parte ad aria, sono:

  • l’utilizzo della fonte di calore a scopo cogenerativo attraverso l’installazione di una nuova turbina, in sostituzione di una delle due esistenti, che abbinata a quella mantenuta, che verrà adeguata, permetterà una produzione di energia elettrica pari a 16 MW.
  • l’installazione di un nuovo sistema di trattamento per fumi in uscita dal forno attraverso un primo filtro a maniche per la rimozione del particolato solido grossolano, un secondo filtro a maniche con precedente dosaggio di bicarbonato di sodio e carboni attivi come reagenti chimici, per l’eliminazione del particolato solido fine, degli inquinanti acidi e una denitrificazione catalitica, per la riduzione degli ossidi di azoto e l’ulteriore abbattimento delle concentrazioni residue di microinquinanti.

Il raggiungimento di tali obiettivi richiede lavori di particolare complessità quali la rimozione delle linee “A” e “B” dell’impianto esistente di Macchiareddu – previa separazione delle altre linee dell’impianto e delle altre parti della struttura, cui le linee A e B risultano funzionalmente connesse – con annessa impiantistica e l’adeguamento strutturale dell’edificio alla nuova sistemazione attraverso un complesso di opere a partire dalle fondazioni su pali alle elevazioni in cemento armato e metalliche in sostituzione o integrazione delle strutture esistenti.

Tutte le lavorazioni verranno eseguite con l’impianto in marcia e che pertanto verrà garantita la piena funzionalità della linea “C” di termovalorizzazione (non oggetto di revamping) e della linea “B” per tutto il periodo di interruzione della linea “A”. I lavori della linea “B” potranno essere avviati solo dopo il collaudo ed il riavvio della linea “A”. La sequenza delle attività di revamping dovrà essere programmata in modo da garantire la continuità di esercizio delle linee di trattamento esistenti durante tutto il periodo dei lavori.

Il percorso dei rifiuti solidi urbani e industriali

I rifiuti solidi urbani e industriali conferiti alla Piattaforma ambientale di Macchiareddu, gestita dalla controllata Tecnocasic spa, e destinati agli impianti di termovalorizzazione compiono due percorsi di lavorazione distinti.
Il primo trattamento cui vengono sottoposti i rifiuti solidi urbani è la separazione, su vagli rotanti, della parte organica umida.
La frazione organica viene trasferita agli impianti di compostaggio, mentre quella secca (carta, plastica, etc.), comunemente chiamata CDR (combustibile derivato dai rifiuti), viene avviata alla termovalorizzazione.

L’impianto di termovalorizzazione può ricevere quotidianamente oltre 600 tonnellate di rifiuti urbani.

I rifiuti solidi industriali vengono direttamente avviati al termovalorizzatore e sono inceneriti in una linea di combustione con forno a tamburo rotante, in grado di trattare circa 30.000 tonnellate all’anno.
L’energia termica prodotta dagli impianti di termovalorizzazione viene trasformata in energia elettrica.
Il calore dei forni a griglia mobile e del forno a tamburo rotante viene convogliato verso caldaie che producono vapore che alimenta due gruppi di turbo alternatori in grado di produrre tutta l’energia elettrica necessaria alla Piattaforma ambientale e di fornire oltre 40 milioni di Kilowattora al sistema elettrico nazionale.

Le ceneri residue dalla termovalorizzazione vengono trasferite all’impianto di trattamento chimico-fisico e qui intertizzate ed inviate in discariche controllate.

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