Saras: una storia che parte da lontano
oggi la più importante azienda dell’Isola, tra i primi dieci gruppi industriali d’Italia, è un colosso della raffinazione del petrolio, in grado di lavorare 300mila barili al giorno, per un totale 15 milioni di tonnellate all’anno. Numeri importanti anche in termini occupazionali, visto che lavorano per il gruppo quasi 1.600 persone, l’86 % delle quali trova impiego in Sardegna. Dati che spiegano come la raffineria della Saras – una delle insediate storiche nella zona del Consorzio industriale di Cagliari – gestita dalla società Sarlux, da sola riesca a trasformare in gas e prodotti petroliferi il 20,4 % del greggio lavorato dalle raffinerie italiane. L’approvvigionamento di petrolio grezzo, che poi viene lavorato negli impianti per ottenere benzine e gas da rivendere nei mercati internazionali: è questo il business principale della Saras, al quale, negli ultimi anni, si è affiancata la produzione di energia ottenuta dalle fonti rinnovabili come quella eolica e fotovoltaica. Nel 2001, grazie alla realizzazione di un impianto di gassificazione e generazione a ciclo combinato, la Saras ha iniziato a produrre energia elettrica: oggi, dall’Igcc – oltre alla corrente – proviene una grossa mole di idrogeno e vapore utilizzata per il funzionamento degli impianti. Ma la strada verso la sostenibilità ambientale parte da lontano, ed è stata tracciata già dagli anni Novanta, quando la Saras ha realizzato degli impianti di dissalazione per ridurre al minimo l’utilizzo delle risorse idriche di acqua dolce, ha adottato specifiche tecnologie, il riciclo e utilizzo di acque chiarificate derivanti dai processi di trattamento, filtrazione e depurazione. Oggi la raffineria vanta un impianto di dissalazione dell’acqua di mare tra i più grandi in Europa, capace di produrre 500 metri cubi all’ora di acqua demineralizzata da utilizzare nei circuiti caldaie ad alta pressione.
Per quanto riguarda le emissioni, oltre all’utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo, ha sempre attuato numerosi interventi necessari per abbatterle al minimo e ottenere valori inferiori ai limiti di legge. Saras con continuità si è concentrata su una serie di investimenti mirati a migliorare gli impianti e i processi, garantendo un incremento dell’efficienza energetica e riconfigurando la centrale elettrica e la rete vapore con l’elettrificazione di alcune macchine principali, con il duplice risultato di aver abbassato le emissioni di CO2 e conseguito anche incrementi di performance economiche.
Per quanto concerne le rinnovabili, Saras ha siglato con Enel Green Power, nel 2021, un protocollo d’intesa per sviluppare un progetto di idrogeno verde in Sardegna, con una soluzione allo studio che prevede l’utilizzo di un elettrolizzatore da 20 Mw alimentato da energia rinnovabile prodotta sul posto per fornire idrogeno verde da utilizzare come materia prima nella raffineria di Sarroch. Sempre nel 2021 è stato firmato il memorandum d’intesa con Air Liquide, azienda leader nell’ambito dei gas a livello mondiale, per ispezionare le opportunità per ridurre l’impronta carbonica della raffineria, valutando la fattibilità tecnica ed economica di soluzioni per la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2 connesse ai processi dello stabilimento.
Attenzione anche verso la produzione di biocarburanti, l’iniziativa avviata dal 2020 nell’ambito della strategia di decarbonizzazione della raffineria e alla quale si guarda con attenzione.
Produzione e sostenibilità ambientale, nuovi investimenti per rendere sempre più efficienti gli impianti della raffineria senza però mai perdere di vista l’importanza della sicurezza per i lavoratori all’interno della raffineria: gli sforzi della Saras per realizzare uno stabilimento più moderno proiettano l’azienda verso il futuro, dove comunque, per l’azienda oggi guidata da Massimo Moratti, le fonti rinnovabili avranno un ruolo sempre più predominante per restare competitivi nel settore energetico.
“L’impegno del gruppo, negli anni a venire, resterà teso ad ottimizzare le prestazioni e l’efficienza del sito industriale di Sarroch – spiega il presidente Massimo Moratti, che accompagna il bilancio di sostenibilità dell’azienda -, proseguire e incrementare lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dei biocarburanti, produrre idrogeno verde e progettare le possibili applicazioni della cattura del carbonio. In sostanza continueremo ad evolvere verso un modello di business sempre più sostenibile, che vede la raffinazione rivestire un ruolo strategico e ancora prevalente, ma sempre più integrato con le opportunità di sviluppo inserite in un’ottica di transizione energetica”.