Cacip al passo coi tempi: ecco la prima comunità energetica di tipo industriale della Sardegna
Fare tesoro della propria storia per affrontare con la giusta determinazione le sfide che si presentano: il Consorzio industriale di Cagliari è pronto a giocare una partita su più tavoli per garantire un futuro al territorio e al tessuto imprenditoriale che si sviluppa nell’area vasta di Cagliari. Le sfide che il Cacip – per dimensioni il secondo consorzio industriale d’Italia, sta affrontando ruotano attorno a diversi ambiti, che vanno dal tema della gestione e valorizzazione dei rifiuti, alla realizzazione di infrastrutture al passo coi tempi, al potenziamento delle aree retroportuali di propria competenza come la Zona Franca doganale, assicurando come sempre il giusto supporto alle imprese insediate. Ma non può esserci sviluppo senza un piano in grado di garantire alle imprese l’approvvigionamento energetico di cui hanno bisogno: ecco perché la madre di tutte le sfide che il Cacip sta affrontando punta alla creazione di una rete che unisca le aziende insediate negli agglomerati di Macchiareddu, Elmas e Sarroch allo scopo di abbattere i costi dell’energia e creare un sistema industriale sempre più sostenibile. Per perseguire questo obiettivo, con la preziosa collaborazione dell’Università degli Studi di Cagliari, il 10 luglio del 2024 è stata costituita la prima Comunità energetica di tipo industriale della Sardegna, denominata “Cer Cacip Energia”, alla quale hanno già aderito oltre venti imprese.
Barbara Porru, presidente del Consorzio industriale di Cagliari, spiega gli obiettivi dell’ambizioso progetto che punta a creare una sinergia all’interno del mondo delle imprese: “Crediamo che abbattere i costi dell’energia e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale, attraverso la creazione di una struttura solidale in cui le imprese siano parte attiva, sia il modo migliore per garantire un futuro a questo territorio. Producendo e scambiandosi l’energia le imprese diventeranno sempre più competitive: il problema energetico rappresenta la sfida più importante per il Cacip, favorendo la nascita di una comunità energetica – alla quale potrebbero affiancarsene anche delle altre – abbiamo deciso di agire ora per non farci trovare impreparati domani”. Fondamentale per tutto il sud Sardegna è la piattaforma ambientale di Macchiareddu, gestita dalla Tecnocasic (società controllata al 100% dal Consorzio), che costituisce un sistema integrato di trattamento dei rifiuti, di recupero energetico e riutilizzo dell’acqua depurata: un sistema dove, in un’unica area tecnologica, coesistono in modo sinergico gli impianti di termovalorizzazione e di compostaggio, di trattamento chimico-fisico e inertizzazione dei rifiuti e di depurazione dei reflui industriali e urbani. “Per rendere più moderni e funzionali questi impianti sono stati stanziati finanziamenti che superano i 130 milioni di euro – spiega Barbara Porru -, tra i lavori più importanti, spicca il revamping dei forni A e B del termovalorizzatore, che permetterà di migliorarne le performance ambientali, già in linea con tutte le disposizioni di legge”. Per apportare gli ultimi accorgimenti tecnici e scientifici alla stazione di compostaggio, in modo da dare maggiore certezza sull’abbattimento di eventuali emissioni odorigene, e produrre biometano dal trattamento dei rifiuti organici, sono stati stanziati 27 milioni di euro, provenienti da fondi europei, regionali e del Cacip. “Una volta terminati gli interventi – dice la presidente del Cacip -, l’impianto, primo in Sardegna a prevedere una sezione di digestione anaerobica a secco della frazione organica da raccolta differenziata, grazie all’upgrade del biogas generato dal trattamento del rifiuto arriverà a produrre 3.700.000 Smc/anno di biometano, pronto per un eventuale immissione in rete o da destinare alle aziende insediate nell’agglomerato industriale”. Nell’ottica della transizione ecologica il Consorzio ha avviato un programma di ulteriori interventi che nel giro di un paio di anni consentirà di chiudere la filiera del riciclo dei rifiuti, colmando anche un gap impiantistico a livello regionale per quanto riguarda la selezione e valorizzazione degli imballaggi in plastica. “Il progetto che aprirà la strada alla costruzione di un centro di recupero nell’area industriale, autorizzato nel dicembre del 2021, ha consentito al Cacip di partecipare a un bando che permetterà di investire 21 milioni di euro nella realizzazione di un nuovo impianto per il recupero della plastica – racconta Barbara Porru -, i lavori partiranno a breve: una volta completati gli interventi, la nostra piattaforma ambientale sarà tra le più moderne d’Italia”.
da Il Sole24Ore Giovedì 21 Novembre – N. 322